Svelato l’algoritmo di Google? Il teorema di Randfish
17 Ottobre 2006
Negli ultimi periodi si rumoreggia nella rete sul perché l’algoritmo di Google non sia mai stato rubato e su quali effetti porterebbe un suo eventuale furto.
Randfish, proprietario ed operatore di seomoz.org, confidando nella sua esperienza nel campo dell’ottimizzazione per i motori di ricerca, ha provato a scrivere una formula che riassuma tutti i fattori che potrebbero essere presenti nell’algoritmo di Google. Qui potete trovare il suo post originale.
Il teorema di Randfish si basa su un semplicistica, ma interessante, somma dei fattori importanti per ottenere un buon posizionamento nei motori di ricerca. A questi fattori è attribuito un peso a seconda della loro importanza.
Ecco il teorema di Randfish (the Randfish Theorem):
PunteggioGoogle = (Utilizzo delle parole chiave * 0.3) + (Importanza del dominio * 0.25) + (Link in ingresso * 0.25) + (Dati degli utenti * 0.1) + (Qualità del contenuto * 0.1) + (Spinte manuali) - (Penalizzazioni automatiche & manuali)
Fattori nell’utilizzo delle parole chiave (Keywords):
- Parole chiave nel tag del titolo
- Parole chiave nei tag degli header
- Parole chiave nel testo del documento
- Parole chiave nei link interni che puntano alla pagina
- Parole chiave nel nome di dominio e/o nell’indirizzo della pagina (URL)
Importanza del dominio:
- Storia della registrazione
- Età del dominio
- Importanza dei link che puntano al dominio
- Rilevanza del dominio sull’argomento basata sui link in entrata ed in uscita
- Utilizzo storico & pattern dei link verso il dominio
Punteggio dei link in entrata:
- Età dei link
- Qualità dei domini che mandano il link
- Qualità delle pagine che mandano il link
- Testo dei link
- Valutazione della quantità/peso dei link (Pagerank o sue variazioni)
- Rilevanza sull’argomento delle pagine/siti che mandano i link
Dati degli utenti:
- Storia della percentuale dei click (CTR) sulla pagina nei risultati dei motori di ricerca
- Tempo speso dagli utenti sulla pagina
- Numero di ricerche per URL/nome del dominio
- Storia delle visite/utilizzo dell’URL/nome del dominio degli utenti che Google può monitorare (toolbar, wifi, analytics, ecc.)
Punteggio della qualità del contenuto:
- Potenzialmente dato a mano per le ricerche e per le pagine più popolari
- Fornite da valutatori interni di Google (vedi Henk)
- Algoritmi automatizzati per valutare il testo (qualità, leggibilità, ecc.)
Ovviamente, questa non è in alcun modo una rappresentazione perfetta dell’algoritmo, ma c’è un forte presentimento che se dovessimo vedere l’algoritmo reale, vedremmo che molti di questi fattori sono presenti nel calcolo. Probabilmente sarebbero presenti molti altri fattori, ma per l’amor della brevità sono stati tralasciati.
Adesso (ma lo sapevamo anche prima ;-) ) sappiamo quali sono i fattori principali da considerare per ottenere un buon posizionamento nei risultati dei motori di ricerca. Continuamo a darci da fare.
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